la partecipazione di matrimonio

Come scrivere la partecipazione?

Questo articolo viene fuori da un’esperienza vissuta pochi giorni fa. Degli amici mi hanno chiesto di scrivere la partecipazione di matrimonio, di realizzarne la grafica.

Al momento di scrivere i nomi, ci siamo chiesti: è più giusto scrivere prima la sposa o lo sposo? E allora mi sono documentato, ed è venuto fuori un bel argomento che sicuramente vi piacerà e vi sarà utile.

La partecipazione di matrimonio è il biglietto da visita di un matrimonio. Spesso è sottovalutata.

Si pensa che chi riceve l’invito non lo legga con particolare attenzione o che, addirittura, lo cestini, trascrivendo la data del matrimonio sul cellulare.
Non è sempre vero, una persona attenta, dal tipo di partecipazione di matrimonio ricevuta, trae diverse considerazioni sul tono del matrimonio, anche su quanto dovrà destinare al regalo degli sposi.

Faccio un’ esempio una partecipazione di matrimonio in carta a mano di Amalfi, possibilmente con iniziali degli sposi incise a secco o in rilievo in oro, prelude a un matrimonio elegante, tradizionale e formale.

Una partecipazione di matrimonio, invece, colorata, magari con disegni spiritosi, annuncia un matrimonio giovanile e informale.

Ci sono varie formule per annunciare il matrimonio. La più tradizionale prevede che ad annunciare il matrimonio siano i genitori degli sposi. In questo caso il nome della sposa va a sinistra e quello dello sposo a destra, poiché è il papà della sposa che concede la propria figlia. Allo stesso tempo sui bigliettini di ringraziamento o della bomboniera deve essere al contrario. I nomi si invertono, perché lo sposo è oramai a capo della famiglia. Questo è quanto stabilito dalle buone norme del galateo, nel caso in cui dovesse prevalere il femminismo è fondamentale trascurare quest’ultima formula :-).

Al giorno d’oggi, però, questa formula è in disuso. Gli sposi preferiscono, infatti, annunciare il loro matrimonio da sé. Tuttavia alcuni giovani, legati alle tradizioni e che desiderano un matrimonio elegante, continuano a preferire l’annuncio dei genitori, che è, comunque, da sconsigliare sia nel caso in cui quest’ultimi siano risposati o vedovi, sia nel caso in cui i figli non vivano più con loro.
Secondo il galateo nuziale, è buona norma invitare lo stesso numero di persone in chiesa e al locale.
D’obbligo la gentile richiesta di conferma.
Le partecipazioni vanno spedite circa tre mesi prima la data del matrimonio. Possono anche essere consegnate a mano dagli sposi o dai genitori di quest’ultimi.

I nomi sulle buste non vanno battuti a macchina o stampati. Vanno sempre trascritti a mano, in bella grafia. Assolutamente da evitare tutti i titoli (Dott., Ing., Prof. ecc…) davanti al nome degli invitati, a meno che non si tratti di appartenenti all’Arma o al Clero.

Tutti i nomi degli invitati devono essere preceduti dalla formula Gent.mo, Gent.ma o Gent.mi.
Nel caso di una famiglia, si indichi semplicemente: “Famiglia Rossi”. Se i figli non vivono più con i genitori, si preveda una partecipazione apposita.

Nel caso di una coppia sposata senza figli, si scriva: “Mario Rossi e Signora” oppure, meglio, “Mario e Maria Rossi”.

Cosa molto importante è, in data successiva al matrimonio, inviare dei biglietti di ringraziamento ai parenti e agli amici che abbiano fatto un regalo agli sposi senza partecipare alla festa. Questa pratica è purtroppo, caduta in disuso. Il biglietto va scritto a mano e personalizzato. Mai frasi generiche del tipo: “Anna e Paolo ringraziano per il regalo”. Va assolutamente specificato il regalo che si è ricevuto e il gradimento, accompagnando il tutto con una frase carina creata ad hoc per l’invitato che la riceve. Se il regalo è in denaro, è consigliabile accennare all’utilizzo che se n’è fatto.