Quant’è bello il vestito da sposa? scopriamolo

il vestito da sposa nel 1900

Chissà quante volte la futura sposa si chiede (quant’è bello il vestito da sposa che ho scelto)?

Non è falice apprezzare un abito da sposa se non si è abbastanza esperti di stoffe pregiate e manifattura.

Il vestito da sposa oggi è pressocchè di colore chiaro, alle volte bianco. Confezionato con diverse stoffe piu o meno pregiate, e impreziosito da accessori e ricami che lo rendono unico.

La futura sposa, in genere accompagnata dalla mamma dalla sorella o da un’amica cara, si reca in uno o più atelier, in genere con un’idea abbastanza precisa e sceglie l’abito dei suoi sogni.

In questa occasione vorrei parlarvi dell’abito rosa della foto, e di come si realizzava negli anni che vanno dal 1700 al 1950 in un paesino conosciuto a noi Lucani, Ruoti.

Ho letto, in un opuscolo “ Ruoti è anche costume”, una testimonianza a firma di Rita Errichetti, che parla dell’abito tradizionale Ruotese, in particolare di quello da sposa.

“Affascinante” è la parola che userei per descriverlo.

La signora racconta che dopo il ritrovamento del vestito da sposa della propria mamma nacque in lei il desiderio di ricercare e approfondire la sua storia, soprattutto il perche gli abiti da sposa fossero di colori diversi e non bianchi o rosa. Dopo diverse indagini e interviste riuscì a capire il perchè di quei colori vivi e sgargianti.

“I ruotesi sono stati i primi ad emigrare in America e, avendo un gran senso della famiglia, del parentado e della’micizia, sapendo che in famiglia o tra amici c’erano ragazze da maritare, spedivano i famosi pacchi dall’America con tagli di stoffa, trine, merletti, velo per la ghirlanda”.

Continua dicendo che per le ragazze era una manna dal cielo.

Con quelle stoffe e molto, ma molto, lavoro ognuna cuciva e ricamava il proprio abito; il pezzo forte era la camicia tutta adornata da tulle plissato e impreziosito, chi piu e chi meno da ricami e applicazioni varie.

La storia è molto piu lunga e affascinante, vi consiglio di approfondirla alla pagina https://www.facebook.com/abitotradizionaleruotese

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L’allenamento fondamentale per il fotografo

fotografia di abito d'epoca

L’allenamento è fondamentale per il fotografo come per ogni essere umano che usa le proprie mani il proprio corpo e la propria mente per le sue creazioni.

Un esempio lo è il musicista professionista, che per tutta la vita anche dopo aver terminato gli studi, continua nel perfezionamento dello strumento e nell’allenamento delle mani. Così come anche un  qualsiasi altro atleta si allena costantemente, non solo quando all’orizzonte c’è una gara o una partita.

Il fotografo professionista non può esimersi dal fare lo stesso. Non è detto che se l’ambito primario è quello del wedding quindi della fotografia di matrimonio;  che visto il periodo COVID-19 risulta essere fermo a data da destinarsi, non si possa allenare facendo altre tipologie di fotografie. Vorrei fare un inciso, la fotografia di matrimonio necessita di tutte le conoscenze di qualsiasi altro settore fotografico. Sembra banale ma ci ho tenuto a specificarlo perchè sento spesso parlarne con una certa superficialità,  come se fosse l’ultima spiaggia per un fotografo; come se chiunque oggi, possessore di una macchina fotografica, possa scattare il documentario fotografico di una cerimonia, ATTENZIONE AI SOCIAL . Non mi soffermo, e torno al mio esercizio di allenamento. La foto di questo articolo da il via ad un mio progetto, chiuso in un cassetto da anni: fotografare in abito storico/classico dei nostri paesi. Sono partito da Ruoti, dove un’associazione in particolare, Recupero Tradizioni Ruotesi, ha fatto un’encomiabile ricerca.

Come tanti fotografi, da anni studio la luce la sua natura e la sua direzione; ho da sempre osservato i grandi della pittura, ne cito due in particolare per questo ritratto, Vermeer e Caravaggio. Da loro ho carpito lo stile mischiando il mio punto di vista con un pizzico di contemporaneità ed ho scattato questa fotografia. Ho posto la mia attenzione, chiaramente, agli abiti, ma da fotografo anche a dei fondamentali requisiti della fotografia, come la prospettiva e la geometria. Per la prima mi sono aiutato con la luce e la scelta della focale, per la seconda la posizione della modella, Enzina, e il suo impegno.

Nel prossimo articolo, vi racconterò, sperando di affascinare anche voi, dell’abito ed in particolare di quello da Matrimonio, della sua storia, dell’immenso valore che gli si attribuiva, tanto da tramandarlo fino ai nostri giorni ancora intatto e pregno di tanta bellezza.

Mi piacerebbe un tuo parere sulla foto o se vuoi visita il mio blog o le mie pagine social

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